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Caccia grossa nei Grigioni







Giordano Castagnoli - Gabrio Spapperi - Amilcare Monelletta, tre cacciatori Umbri dell’UIC partono ad Agosto 2010 verso la Valtellina diretti a Chiavenna, base di partenza per le successive escursioni nei Grigioni, nella Svizzera meridionale. Chiavenna significa “Chiave delle Valli” base di partenza ideale per escursioni in varie direzioni. Dopo varie ore di auto, preso posto all’Hotel Aurora, non c’è di meglio che sgranchire le gambe con una puntata a Menarola, piacevole salita in Val Chiavenna con bellissimi panorami sulle alpi circostanti. Cena in bella compagnia in un grotto tipico locale.
Dopo robusta colazione via alla conquista di tre mete in Engadina, dapprima il passo Maloja (1500 m di dislivello) con i suoi bellissimi tornanti nel finale (peccato per il traffico intenso su una strada stretta). La visione dell’alta Engadina con i suoi laghi e paesaggi mozzafiato ripagano dello sforzo sostenuto nel pedalare in salita con un traffico infernale. Secondo obiettivo di giornata lo Julierpass, corta ma impegnativa salita alpina, 7,5 Km da Silvaplana per raggiungere i 2284 m. del passo. Pranzo frugale all’aperto dell’Ospizio godendo un bel sole ristoratore. Si riparte verso il terzo traguardo della giornata, il Bernina, ritornando a Silvaplana, passando per St. Moritz scendendo fino a Samedan dove iniziano i 21 Km per raggiungere i 2328 m. del passo. Francamente una salita deludente eccetto la vista del ghiacciaio a metà percorso, ci siamo rincuorati in cima con un bel Apfelstudel. Lungo tratto il leggera salita per tornare al passo Maloja e poi a precipizio per la val val Bregaglia fino a Chiavenna.
Il terzo giorno si decide di tornare in Engadina in auto e parcheggiare in un punto strategico, a La Punt, base dell’Albula che verrà scalato per ultimo. Via in discesa verso Zernez e Susch dove inizia la salita per il Flüela. 13 Km di salita vera portano ai 2383 m. del passo; per me è stata la salita più stimolante di tutta la spedizione. Impegnativi tornanti nel bosco all’inizio, poi lunghe interminabili traverse sull’altopiano sempre al 10% e parte finale tosta tra le rocce senza più vedere una pianta. Piccolo pasto all’ospizio poi di nuovo a Susch e Zernez per iniziare il secondo colle della giornata il Fuorn. Questa salita comporta un’ascesa intermedia ad Ova Spin, successiva discesa fino al tunnel e frontiera italiana per Livigno, da lì 10 K m di salita per il passo a 2149 m di quota. Si gode una bellissima vista dal rifugio verso la val Monastero, ma c’è poco tempo per riposare, via di nuovo verso Zernez risalendo Ova Spin dall’altro lato, meno impegnativo ma in compenso sotto la pioggia. Da Zernez ritorno in salita a La Punt, l’avevo considerata meno fastidiosa ma dopo due passi si fa sentire, sono le 18:30 quando si inizia la salita dell’Albula, 10 km piuttosto impegnativi specie all’inizio con punte del 11% poi nella parte finale abbastanza pianeggiante in una valle piena di mucche al pascolo e anche sulla carreggiata ed in fondo si intravvede l’ospizio del passo. Peccato che il locale chiuda alle 19, erano già le 20 e non abbiamo potuto ristorarci e riscaldarci per la successiva discesa verso la macchina che abbiamo raggiunto a sera inoltrata a buio incipiente. Rientro in auto a Chiavenna avvisando il ristorante dell’hotel di aspettarci per la cena ad ora tarda.
ll quarto giorno, dopo la val Chiavenna e la val Bregaglia ed Engadina, risalendo lo Spluga si vuol conquistare cime nella alta valle del Reno inferiore. Trasferimento in auto a Montespluga, poi in bici al valico e rapida discesa su Splügen: lì dobbiamo decidere quale salita scegliere tra Juf e Passo San Bernardino: si decide per Juf. Discesa finalmente senza traffico (a lato c’è l’autostrada che l’assorbe in toto) verso Andeer e lunghissima piacevole salita di 28 Km verso Juf, che con 2126 m. di quota è il villaggio abitato tutto l’anno più alto d’Europa. Non è un passo perché la strada termina lì, ma un’avventura percorrere una via così lunga, quasi senza incontrare un auto, per raggiungere un nucleo di poche case tra le montagne. Eppure al ristorante non abbiamo trovato posto e per pranzare siamo dovuti tornare indietro di qualche km ad Avers. Le cartoline di Juf recitano il detto: “Bist Du muff .. reis nach Juf” cioè “se sei ingrugnito.. vai a Juf”. Si vede che molta gente è ingrugnita e si è recata lì. Discesa su Andeer e risalita non facile verso Spluegen anche per via di una pioggia fastidiosa, lì dopo il tratto in pavè nel villaggio, di corsa verso Hinterrhein, base della salita del San Bernardino, ma una imprevista salita intermedia nel bosco ci fa perder tempo prezioso ed annulla le nostre speranze, si sta facendo tardi e si deve risalire al passo dello Spluga dal lato svizzero, molto meno impegnativo che da Chiavenna ma pur sempre una salita di 9 Km a fine giornata. A malincuore si torna indietro a Splügen e una sosta ad un caffè all’aperto per un buon strudel ci rinfranca prima di risalire il passo. C’è un lungo rettilineo snervante prima dei famosi tornanti sovrapposti, superato quello non ci sono problemi se non il timore di arrivare in cima a 2115 m e poi raggiungere l’auto prima che si faccia buio. Alle 20 siamo alla macchina e poi via a Chiavenna con una discesa interminabile, ripensando in silenzio alle vette conquistate in questi giorni sulle Alpi Svizzere.
Mentre Gabrio e Amilcare andavano in avanscoperta, contendendoci le vette tra di loro, io, sempre buon terzo, facevo le foto, una buona scusa per riprender ogni tanto fiato e per immortalare le nostre imprese, altrimenti col tempo verrebbero dimenticate. Passare 4 giorni impegnativi ma da tempo sognati, è stato molto piacevole anche per consolidare la nostra amicizia, ognuno dando il meglio di sé anche se le forze sono differenti, gli umori discordanti, ma l’obiettivo – fare caccia grossa di passi e salite – resta lo stesso.


Giordano Castagnoli socio n.163