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Raduno annuale UIC


Dobbiaco 20-24 giugno 2012


Cicloscalatori: persone che in bicicletta percorrono strade di montagna; senza l’assillo di tempi e velocità.
Una definizione che già dice qualcosa, ma non l’essenza del nostro andare, non è una conquista di un passo o di una salita, non è la vittoria sulla montagna (essa è lì da millenni indifferente e superiore all’uomo), non è un collezionismo superficiale, ma è la comprensione di un territorio e delle sue genti, l’identificazione con quell’atmosfera che solo il “salire” determina, ogni volta è un “viaggio” come quello della vita, non contano soltanto la partenza e l’arrivo, ma soprattutto il vissuto che sta tra queste due fasi.
Siamo ciclisti-filosofi, tutto è vivo e cerchiamo la conoscenza.

La chiamano la “Magnifica Trinità” e in questo c’ è qualcosa di divino, una sorta di grande altare naturale, una cattedrale che nessun architetto potrà mai eguagliare..., è stata la meta principale del Raduno di Dobbiaco dell’U.I.C.; chi ci è arrivato per la prima volta, chi era alla terza o quarta ascesa alle Tre Cime di Lavaredo, comunque sempre una poesia.

L’accoglienza del titolare dell’Hotel Hubertus Hof è stata delle migliori, anche il tempo (incerte le previsioni della vigilia) è stato favorevole e, a parte la meta comune del sabato (le Tre Cime appunto), ognuno ha ricercato ciò che forse da anni anelava di raggiungere: Passo Stalle, Prato Piazza, Lago di Braies, Großglockner, Plan de Corones ecc. ecc.
Anni che lo scrivente inseguiva un passo apparentemente secondario, posto alla destra orografica della valle che da Sappada scende a S. Stefano di Cadore e che vede uno dei suoi versanti affacciarsi sull’incantevole Val Visdende: è la Forcella Zovo (m. 1606 riquadro D1 fg. 7 Atlante Touring Nord). Ascesa di circa 6 km., dalla frazione “Borgata Mare” (m. 955), attraverso quella che localmente chiamano “La Terribile”, un paesaggio da sogno ed un ricordo indelebile.

Dai percorsi programmati a quelli inattesi e vissuti come un dono: l’impegnativa e panoramicissima salita da Rio Pusteria all’Alpe Luson, in circa 12 km. ai 1734 m. dello scollinamento, non è un valico, ma poco importa, è da incorniciare. Se poi ci mettete la discesa a Luson, e da qui la dura risalitaattraverso l’omonima valle al Passo delle Erbe, nuova discesa a S. Vigilio di Marebbe, Passo furcia e , dulcis in fundo, Plan de Corones, beh, è stata proprio un’avventura! L’arrivo della tappa del Giro aveva determinato la sistemazione a fondo naturale della carrareccia, ma da allora nessuna manutenzione è stata effettuata e fra poco sarà impossibile utilizzare la bici da strada per andarci; e che “muri”...

Si è rinnovato il C.D. (www.cicloscalatori.net); ci si è dati appuntamento per il giugno 2013 a Castelnuovo di Garfagnana, a ridosso delle Alpi Apuane e del Passo dell’Abetone, senza tralasciare la terribile ascesa a San Pellegrino in Alpe; ci si è scambiati i saluti di commiato, sperando che per tutti sia un arrivederci...

Emanuele Bafico socio UIC n° 7

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