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Himalaya - Ladakh


18 Settembre - 13 Ottobre 2012


Era da tempo che desideravo attraversare, in bici, la catena montuosa più alta del mondo: l’Himalaya, da Katmandu a Lhasa... e quando pensavo che ciò fosse a portata di mano, ecco che alcuni giorni prima di partire mi giunge la notizia che la Cina avrebbe chiuso la frontiera del Tibet dal 1º ottobre. In un primo momento sono stato preso dallo sgomento, poi ho reagito e con il resto dei compagni abbiamo deciso di andare in Ladakh. Regione nord occidentale dell’India, percorsa dal fiume Indo, anche questo fiume sacro come il Gange ed il Brahmaputra. Confinante con il Pakistan ed il Tibet. Il Ladakh è chiamato anche “Piccolo Tibet” sia per il territorio e il panorama, sia per la presenza di tanti “Gompa”: monasteri Tibetani e conseguente religione.
Per alcuni giorni soggiorniamo a Leh, il capoluogo della regione, posta all’altitudine di 3450 m. Abbiamo così il tempo di visitare Monasteri e Stupa, monumenti destinati a conservare reliquie.
Poi ecco che finalmente arriva il giorno di inforcare le bici e subito percorriamo per due giorni la valle dell’Indo. Nonostante l’altitudine sfiori i 4000 metri è presente la vegetazione ed anche alberi di alto fusto, ci sono numerosi pioppi che con le foglie gialle disegnano e colorano la valle.
Al terzo giorno ci troviamo ai piedi del Nusgur La 4840 metri sul livello del mare. Lo scaliamo di mattina presto e sebbene la pendenza non sia mai eccessiva, massimo 5/6% si pedala piano; il così detto “fiatone” arriva non appena si accenna ad aumentare il passo. Questo passo lo faremo anche al ritorno, dopo avere raggiunto e visitato il magnifico lago di Tso Mo Riri a 4000 metri. Qui facciamo anche una giornata di riposo di cui io approfitto per scalare il Yalung Tyau La 5430 m., ma devo fare anche del “poussage”, perciò faccio un po’ tardi mettendo in apprensione la guida e gli altri del gruppo. Riscalato il Nusgur La ci aspetta un altro passo: Polo Kungkal La di poco sotto i 5000. Sterrato molto impegnativo e pure le pendenze sono più importanti ma nonostante il vento contrario ci ritroviamo tutti in cima a festeggiare.
Per scalare il terzo passo dormiamo sotto le tende all’altitudine di 4671 metri. Le tende sono sistemate in un vallone circondato da cime innevate che sfiorano i 6000 m. Al mattino l’aria è decisamente fredda: si è sotto zero di qualche grado, ma non appena il sole inoltra i suoi raggi nel vallone ecco che la temperatura si eleva e diventa gradevole. Il Tanglag La è alto 5328 metri ed è il secondo passo carrozzabile più alto del mondo, almeno così si legge sul cartello al culmine della salita. La discesa, che, a parte alcuni chilometri iniziali è asfaltata di nuovo, è lunghissima, fantastica, interminabile: da più di 5000 m. si arriva a Upshi a poco più di 3000!!!
Altra notte in tenda, sempre in un vallone dominato dal passo Wari La 5280 metri, impegnativo anche questo, molti km su strada bianca che comunque stanno aggiustando.
Questo passo non è segnalato come transitabile per le auto ma... passano ugualmente; potrebbe essere il terzo più alto del mondo... Appena scollinato ci accorgiamo che sull’altro versante, rivolto a nord, è nevicato e la strada, sterrata, è bagnata, dobbiamo scendere con molta attenzione ed al termine della lunghissima discesa ci accampiamo presso un paesino dominato da un imponente Gompa.
Prima di affrontare l’ultimo passo dobbiamo percorrere per due giorni la valle del Syok, una magnifica valle, forse la più bella. Rocce, dune di sabbia, anse spettacolari, acque rigogliose e cime innevate ci fanno da cornice: è il Karakorum. Da Samur ci avviciniamo al Khardung La, la salita vera inizia a Khalsar 3500 m. circa, e da qui per giungere al passo sono 56 km, 22 per giungere a Khardung paese, dove ci fermiamo per il pranzo. Ne percorriamo altri 22 per fermarci a North Pollu, che non è altro che un posto militare dove occorre mostrare il passaporto: di questi punti ne abbiamo trovati altri, e in alcuni casi occorre anche avere un permesso che opportunamente la guida locale ci aveva già preparato. L’altitudine è circa 4600 metri, avevamo previsto di dormire in tenda ma il gestore del piccolo bar ci ha permesso di dormire sul pavimento del bar stesso: ci siamo accomodati con i nostri materassini e sacchi a pelo... assai meglio della tenda! Ho chiesto al barista dove era la toilette, gentilmente mi ha indicato una porta che quando ho aperto mi sono trovato davanti un prato in cui scorreva un ruscello per metà gelato... quello era il bagno!
La mattina successiva eccoci pronti per gli ultimi 16 km di salita e alle 11:04 del 9 ottobre 2012 Daniela, Mauro ed io eravamo sul passo carrozzabile più alto del mondo: Khardung La 5602 metri! Questa almeno è l’altitudine segnalata dagli appositi cartelli.
Per giungere a Leh e terminare il nostro giro ci mancavano 39 km di discesa, per una quindicina su sterrato e il resto asfaltata, d’altronde anche il versante da noi scalato, quello nord, aveva gli ultimi 15 km sterrati.

Finalmente a Leh baci e abbracci tra tutti noi... ed a sognare già un’altra avventura...
Gianni Solenni socio UIC n° 280